Membri dell???Alta Accademia della Ristorazione Svedese alla scoperta dei tortelli d???erbetta di casa Ciato.

Luned� 30 Aprile 2007

Membri dell???Alta Accademia della Ristorazione Svedese alla scoperta dei tortelli d???erbetta di casa Ciato.

Mai avremmo pensato di arrivare cos?¨ in alto, e per il vero la cosa ci inorgoglisce tantissimo. Si è realizzato un sogno nato dall‚Äôamore viscerale per il nostro territorio, le sue tradizioni, la sua storia, la nostra terra, qualificando la nostra offerta in maniera inequivocabile dal punto di vista turistico. Attenzione, non ci siamo montati la testa, abbiamo semplicemente tirato una riga all‚Äôattività intrapresa, mai abbiamo mirato al profitto quanto tale, abbiamo nel tempo, con attenzione scrupolosa, proposto di sedere a tavola i nostri ospiti nel vero senso dell‚Äôospitalità rurale, quella in cui si esercitava la nonna e la mamma durante le giornate di sagra o dei grandi eventi, tipo la raccolta del grano, la trebbiatura o la scartoceda; pulitura delle pannocchie di mais, per chi non avvezzo al nostro idioma. Mai una mischia di commensali disomogenei a corte ma gruppi già affiatati che potessero condividere la nostra storia e i suoi piatti, a tavola con amicizia, assieme a noi, per il gusto di divertirci nel raccontarci . Nemmeno ci sentiamo dei presuntuosi nell‚Äôaffermare che nel nostro cortile si è preceduta la moda del momento. Oggi tutti parlano di enogastronomia, di prodotti tipici, noi riteniamo addirittura di essere già oltre, di poterla insegnare. Ovvio è che a Ciato rimane per scelta la gastronomia non certo degli accademici, ma di cuoche che non conoscono Fernand Point o Carème, ma che pur avendo difficoltà a redigere sulla carta un menù con disinvoltura sanno ancora scendere nell‚Äôorto, dove coltivano essenze di cui probabilmente non conoscono il nome scientifico, ma ne conoscono le proprietà, le intendono quanto basta per far percepire la differenza fra un ripieno di borragine di inizio aprile ed un ripieno di borragine e un tocco di dragoncello a maggio, dove anche la ricotta giusto per un cambio di alimentazione delle bovine cambia di consistenza e sapore. Probabilmente ciò è dovuto più al fatto di avere vissuto ed assimilato fra fornelli ed orto, a contatto con l‚Äôesperienza delle vecchie resdore, (padrone della cucina) che l‚Äôessersi dilettate a frequentare corsi accademici, e questo agli amici svedesi è piaciuto tantissimo. E‚Äô piaciuto a tal punto che dopo pochi minuti si sono intrigati nel raccogliere, mescolare, miscelare, amalgamare le diverse tipologie di farine, essenze, ed ingredienti; dove anche i meno avvezzi all‚Äôuso della can?©la (matterello) come ancora la chiamano le nostre resdore si sono prodigati a formare i classici tordè d‚Äôerbetà. Come non hanno disdegnato di prepararsi un antipasto con le verdure dell‚Äôorto e con i salumi di cantina, dopo avere appreso da Mario come si preparano le varie parti del maiale per una stagionatura nelle sotterranee cantine, come si puliscono e come si tagliano, rigorosamente, questo ci sembra logico, a mano. Molto soddisfatti i nostri ospiti ‚Äúdell‚Äôaccademia della ristorazione svedese‚Äù, e tanti i ringraziamenti, ancora più soddisfatti noi per l‚Äôattenzione scrupolosa e meticolosa dei nostri interlocutori che per una volta ci hanno dato la possibilità di essere ascoltati da maestri della ristorazione.

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