Ciato Curiosit?, oggi dubbi.

Sabato 17 Febbraio 2007

Ciato Curiosit?, oggi dubbi.

Osteria, coseta o foieta Ieri mentre ero intento al rinnovo del vettovagliamento del locale mi è sorto un grosso dubbio al quale spero mi aiutino gli amici lettori e i pochi veri parmigiani ‚Äúde dlà da l‚Äôacqua‚Äù Per la mescita del vino rosso vorrei ricorrere, come usava nelle vecchie osterie, -già, le osterie, caro vecchio ricordo di gioventù, locali poco areati, dai bassi soffitti in pianelle e travetti per lo più di rovere, legno sacro per i Celti. Oggi non sono più; erano luoghi di aggregazione, dei semi interrati dove la cantina e cucina erano attigue al posto dell‚Äôaccoglienza, dove la gente si trovava per chiacchierare, giocare a carte, alla morra, mangiare e soprattutto bere- nella: scudela?, Coseta? Foieta? Questo il dilemma; alcuni sostengono che il termine esatto sia ‚Äúfoieta‚Äù altri ‚Äúcoseta‚Äù e che la foietà era ciò che si bevevano in ‚Äút‚Äôla coseta‚Äù In effetti la mia misera ricerca mi porta ad identificare la ‚Äúfoieta‚Äù come un assemblaggio di uve salamino per un 70% e ancellotta per il rimanente 30%. Ma la ricerca continua con: Lambrusco di colore molto intenso elaborato con rifermentazione e metodo Charmat in grandi recipiente. A questo punto si potrebbe evincere che i frequentatori delle osterie che bevevano questo uvaggio nella ‚Äúcoseta, per altri addirittura scudlen‚Äù lo chiedessero con termine ‚Äúfoieta‚Äù Sembra però quasi certo che negli anni d‚Äôoro delle osterie parmensi ‚Äìanni 20-40- sulle nostre colline dove, specie in zona Maiatico e ad ovest di Langhirano, erano posizionate le cantine che potevano rifornire la città il metodo Charmat non fosse diffuso. Da qui l‚ÄôAmletico dubbio foieta o coseta.

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