Il nuovo turismo nei borghi

Marted� 29 Aprile 2025

Il nuovo turismo nei borghi

Il tempo corre veloce, così le esigenze del nuovo turismo rurale.

Non si va più alla ricerca dell’agriturismo di vecchia impostazione, non basta più la qualità del prodotto e nemmeno la location, affascinante che sia.

Finito anche il tempo delle bicchierate in vigna, con tanto di personale istruito alla bisogna, è finito il tempo del buon servizio tout court, oggi la gente che viene in cantina, in fattoria, in agriturismo, cerca come a volte scrive il mio amico Beato Enrico Santini da Coriano, un vissuto che solo chi è sporco di ruralità sa trasmettere.

Cosi, che nelle contrade tornano appetibili anche le vecchie botteghe come la “Farmacia dei sani” nelle colline Modenesi, o i vecchi forni come a Modigliana.

Oggi il nuovo viandante delle campagne non cerca solo un servizio, eccellente che sia, chi va per borghi cerca anzitutto, la ruralità, emozioni e autentici rapporti, che nessun proprietario di terreni che non sia sporco di ruralità può dare.

Solo il rurale sa trasmetterti quelle campagnole emozioni che parlano prima al cuore che alla mente, e la freccia è la vita vissuta: come il “rezdor” offre il vino, come la “rezdora” prepara l’alcova, il sorriso campagnolo della persona che vive in campagna e si sente a proprio agio con la sua vita e con la natura che lo circonda.

Essere rurali vuol dire possedere un tesoro di memoria, cultura, essere padroni e proprietari della propria identità, fedeli alla propria terra, come mi raccontava un vecchio viticultore che ha posato lo zaino “alla sera, spesso tornavo dalla vigna con una scarpa slacciata, perché finito il salice stroparo usavo una stringa per rassettare un tralcio di vite”.

Oggi si viene nei borghi non solo per assaporare un prodotto, che spesso troviamo anche al supermercato, ma per una storia ben raccontata, per un’emotività, per nutrire sensazioni, il vero prodotto territorio oggi è la ruralità.

 

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